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  • Giacomo Schillaci

Allenamento metabolico: responders o non responders questo è il problema

Aggiornamento: 29 gen 2021

Dalla profilazione metabolica del soggetto all’efficacia di programma di allenamento metabolico


‘‘Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio, nè in difetto nè in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute.’’

(Hippocrates (460–377 BC)


L’attuale stato dell’arte ci mostra come sia stata dimostrata l’efficacia di numerosi «format» di stimoli metabolici, seppur con volumi, intensità e frequenza significativamente indipendentemente dal genere e dall’età del soggetto 1–6. Le revisioni e meta-analysis degli studi a riguardo, come di consueto, ci sottolineano il comportamento medio del campione totale dei soggetti analizzati da ogni singolo studio, fornendoci una forte conoscenza della possibilità di adattamento mediante una tipologia di stimolo. Stiamo tuttavia parlando di un «comportamento medio». Le meta-analysis, se non specificato, tenderanno a nascondere quello che potrebbe essere il «comportamento individuale»7–10.

Gli studi più recenti ci dimostrano infatti che, all’interno del comportamento medio di un campione, esistono risposte individuali a seguito dello stesso stimolo motorio dando vita al concetto «responder». E’ possibile osservare sogetti «positive-responder» (adattamento positivo), «non-responders» (nessun adattamento) ed «adverse-responder» (adattamento negativo) a seguito di quasi tutti i format di stimolo metabolico11 12 13.

La possibilità di poter ottenere miglioramenti prestativi attraverso metodologie di allenamento talvolta quasi diametralmente opposte è anche il risultato della mediazione tra soggetti «responder» e «non-sesponders».


COSA DETERMINA L’EFFICACIA DI UN METODO DI ALLENAMENTO?

Con lo scopo di indagare l’efficacia individuale a differenti format di allenamento, Bonafiglia e collaboratori hanno dimostrato che lo stesso gruppo di soggetti risponde in maniera positiva a seguito di stimoli di adattamento metabolico con caratteristiche di volume ed intensità fortemente differenti (Endurance Training vs Sprint Interval Training) (3 settimane – 4 all/settimana) a tutte le variabili metaboliche analizzate (VO2peak, LT, HR) seppur con differenze interindividuali significative. A termine del periodo di allenamento, nessun format di stimolo metabolico è risultato significativamente superiore riguardo l’adattamento positivo di ognuna delle variabili metabolica analizzate, ma soprattutto, nessun soggetto è risultato totalmente «non responder» o «adverse responder» a seguito di entrambi i format di stimolo metabolico.14

Lo studio proposto da Bonafiglia e collaboratori evidenzia come, soggetti che mostrano nessun adattamento od addirittura un adattamento negativo a seguito di una tipologia di stimolo metabolico potrebbero mostrare un adattamento positivo a seguiti di stimoli metabolici differenti. Tale meccanismo risulta riscontrabile anche nel percorso concettuale inverso.