- Mattia Faramia
Core Training o non Core Training? - Seconda parte
Scritto vincitore del concorso riservato ad esperti dell'esercizio fisico per "La settimana Europea per lo sport 2019"
Estratto della tesi di laurea “Di Core in Peggio".... “Mens Sana in Core Sano” di Mattia Faramia
IL PROGETTO DI RICERCA
Tra gli articoli analizzati, i lavori del dottor McGill sono quelli che mi hanno maggiormente interessato, sia per la semplicità dei concetti esposti sia per la praticità dei metodi utilizzati. Tra le varie ricerche visionate mi ha incuriosito particolarmente un suo articolo in cui attraverso una batteria di test che prevedeva il mantenimento di quattro posizioni, sono stati registrati i tempi di tenuta isometrica della muscolatura stabilizzatrice profonda detta core endurance: nel mondo del fitness ed anche della pratica rieducativa tale protocollo, seppur con alcune varianti, si è diffuso con il nome di Mcgill Torso Muscular Endurance Test Battery(Mcgill, Childs, Liebenson, 1999).
OBIETTIVI
Il suddetto lavoro si é posto l'obiettivo di indagare gli effetti di sei settimane di allenamento della core stability sull'endurance della muscolatura stabilizzatrice profonda del core in un gruppo di adulti. In pratica ho somministrato la batteria di test di McGill rispettando il protocollo originale, rilevando e valutando così i tempi di tenuta isometrica nelle quattro specifiche posizioni previste; questo test è stato proposto in due diversi momenti ossia prima e dopo sei settimane di allenamento della core stability consistenti nell'esecuzione, per due volte a settimana, di determinati esercizi isometrici selezionati dal sottoscritto in base alle più recenti evidenze scientifiche (Mcgill, Childs, Liebenson, 1999) e adattati in base alle peculiarità di ognuno dei partecipanti, al fine di confrontare le differenze ed i miglioramenti ottenuti, nella core endurance, durante il progetto. Siccome una maggior attivazione e resistenza, piuttosto che la forza, di questa muscolatura sono propedeutiche ad una maggior controllo e stabilità della colonna lombare, un maggior tempo di tenuta isometrica ottenuta dopo le settimane di training, stando alla letteratura scientifica, potrà avere un transfer favorevole nelle attività quotidiane degli individui da cui un ne può derivare un miglioramento nella qualità della vita (questo è il motivo per cui ho intrapreso il corso di studi in scienze motorie, “concluderlo” con una tesi che vada in questa direzione lo reputo il modo migliore).
PARTECIPANTI
Dopo aver sondato la disponibilità di una quindicina di persone, che ho avuto modo di conoscere durante la mia attività in sala fitness ed un breve colloquio personale al fine di escludere coloro affetti da specifiche patologie o red flags, la lista si è ristretta a nove persone, uomini e donne tra i 19 ed i 50 anni, asintomatici oppure affetti da sporadici episodi di aspecific and cronic low back pain. Seppur si tratti di un campione di persone eterogeneo essi sono accomunati dal fatto di possedere scarsa se non nulla consapevolezza sui benefici di questa tipologia di allenamento salvo il comune utilizzo di esercizi come i sit up ed i reverse crunch a fine seduta, i quali, come già appurato, sollecitano la componente muscolare mobilizzatrice piuttosto che quella stabilizzatrice.
Prima di iniziare i test ho organizzato un incontro con i nove individui selezionati al fine di presentare il progetto: durante esso sono stati descritti nello specifico gli obiettivi, le attività e la durata prevista oltre a rispondere a tutti i dubbi e le perplessità eventuali; alla fine dell'incontro tutti gli interessati che hanno segnalato la loro disponibilità a partecipare sono stati invitati a firmare un modulo di consenso e di trattamento dei dati, in linea con l'attuale normativa vigente.
STRUMENTI DI MISURA
Dopo un breve riscaldamento generico su un macchinario come il tappeto o l'ellittica, ogni partecipante è stato valutato singolarmente, dando così ad ognuno il tempo per recuperare dalla momentanea stanchezza di ogni prova che avrebbe potuto influire sulle successive; immediatamente dopo al warm up e prima di iniziare i test è stato innanzitutto verificato se essi avessero controllo e percezione della zona del core, questo somministrando un semplice esercizio come il “cat-camel” conosciuto anche come mobilità del gatto che prevede il tilt anteriore e posteriore del bacino, abbinati all'inspirazione durante l'anteroversione ed all'espirazione durante la retroversione al fine di sollecitare anche il diaframma, considerato il tetto del core(Akuthota e Nadler, 2004).
Siccome alcuni degli individui analizzati hanno inizialmente riscontrato difficoltà è stato dedicato una parte del tempo all'apprendimento di tale gesto in modo che i test e le esercitazioni a cui sono stati sottoposti non subissero l'influenza di eventuali deficit o compensi; appreso questo tutt'altro che semplice movimento, sono stati effettuati i test registrando i tempi di tenuta isometrica nelle quattro posizioni previste dal protocollo originale (Mcgill, Childs, Liebenson, 1999).
Per realizzare queste posizioni non sono state necessarie particolari strumentazioni salvo un cronometro per misurare i tempi, un tappetino fitness da utilizzare come appoggio a terra, uno step per permettere l'appoggio del dorso, una panchetta presa come riferimento per l'inclinazione a 60° nel primo test ed una panca hyperextension a 90° in sostituzione del lettino per praticità d'esecuzione del test d